Ridurre l'infiammazione cronica di basso grado per una corretta gestione del peso e delle problematiche infiammatorie correlate

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Nella pratica ambulatoriale di consulenza alimentare capita spesso che si presentino pazienti con lieve sovrappeso, che lamentano sintomi vaghi e vari probabilmente riconducibili ad uno stato di flogosi cronica e di basso grado, fenomeno definito e descritto per la prima volta dal dott. Claudio Franceschi, immunologo dell’Università di Bologna nel 2000. Non è compito del nutrizionista fare diagnosi, ma spesso alcuni di questi sintomi quali difficoltà a prendere sonno, frequenti risvegli notturni, percezione persistente di stress, edema periferico con ritenzione idrica, sensazione di mani e piedi gonfi e doloranti la mattina al risveglio, articolazioni doloranti, cefalee frequenti, possono essere indice di infiammazione sistemica, talvolta accompagnati nei comuni esami ematici da livelli elevati di Proteina C Reattiva, VES e adiponectina. Tuttavia, una indagine più approfondita dovrebbe prevedere la valutazione delle citochine (ad alta sensibilità) IL-6 e TNF alfa, dei livelli di cortisolo (mattina e sera) e di insulina.

L’infiammazione cronica di basso grado rappresenta uno stato flogistico di natura sistemica, spesso di difficile diagnosi, che con sintomi aspecifici, se trascurata può nel tempo predisporre all’insorgenza di molte patologie cronico-degenerative età-correlate (Alterazioni cardiache, Processi neurodegenerativi, Neoplasie, Patologie autoimmuni, Diabesità). Definita nel 2014 anche dai principali media mondiali come un “Killer Silenzioso”, l’infiammazione cronica di basso grado è subdola, poichè spesso asintomatica, ma frequentemente associata ad una alterazione del microbiota intestinale, ad aumento del peso corporeo, specialmente della massa grassa, e a deregolazione del sistema immunitario (immunosenescenza) che si verificano con l’avanzare dell’età.  

A scatenarne la lenta insorgenza troviamo elevati livelli di insulina, derivanti da una dieta non adeguata, ed elevati livelli di cortisolo, una risposta evocata (antinflammaging) del nostro organismo quando siamo cronicamente esposti a situazioni stressogene di diversa natura, sia psicologica che ambientale.

In questo contesto, correggere gli stili di vita, con una moderata attività fisica personalizzata sulla base dell’età e della predisposizione, dello stato fisico della persona, usufruendo di pratiche come il tai chi,  Qi gong, Yoga o di controllo della respirazione come il Pranayama, associata ad una dieta a basso indice glicemico e ad una integrazione con Curcuma, Boswellia, Zenzero, Magnesio a target intracellulare (Mg pidolato, glicerofosfato o bisglicinato) e con funghi medicinali come il Ganoderma lucidum, possono rivelarsi un valido aiuto per il controllo infiammatorio, riducendo i livelli di cortisolo sistemico e locale, di infiammazione agendo sull’inibizione di NF-kB, che se costantemente stimolato attiva cronicamente la produzione di leucotrieni e prostaglandine oltre che di citochine proinfiammatorie.


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