Approfondimenti e Flash dalla ricerca
Sempre più studi scientifici correlano la salute intestinale con il benessere psicofisico dell’organismo. In particolare, la ricerca sta approfondendo il ruolo del microbiota intestinale (batteri, virus, funghi e talvolta anche parassiti) che colonizza l’intestino nei diversi distretti, come epicentro della salute. Sempre più studi indicano infatti come la biodiversità microbica intestinale ottenuta con una dieta quanto più varia, equilibrata e ricca di fibre, caratteristica di una alimentazione Mediterranea reale, rappresenti uno dei requisiti fondamentali per la prevenzione di molte patologie infiammatorie croniche intestinali e sistemiche. Le linee guida indicano un quantitativo di fibre di 30 grammi/die come livello ottimale per il mantenimento di una buona salute, ma che spesso non viene raggiunto dalla popolazione media che segue una dieta occidentale. Da queste considerazioni è importante garantire un adeguato apporto di fibre, sia solubili sia insolubili, da fonti vegetali e da legumi, prima di ricorrere all’integrazione con prodotti di qualità a base di fibra di Guar idrolizzata ad elevata solubilità o estratto di semi di Psyllium, prebiotici con azioni diverse e spesso complementari, utili per potenziare naturalmente la componente di batteri produttori di acidi grassi a corta catena, come lattobacilli e bifidobatteri, preziosi alleati della salute intestinale. L’utilizzo di prodotti che contengano anche il Baobab, enzimi digestivi come α e β galattosidasi ed estratti o oli essenziali di piante come ad esempio il Carum carvi possono rivelarsi molto utili per migliorare la robustezza e la plasticità del microbiota, e quindi in caso di intestino irritabile con diarrea, stipsi o dolore addominale, flatulenza e intolleranze alimentari a legumi, lattosio, crucifere e carboidrati complessi, fastidi spesso rivelati al professionista in sede di prima visita ed espressione di una disbiosi intestinale protratta per troppo tempo.
Condividi l'articolo su Facebook